Trovare soluzioni concrete a problemi reali e ottenere risultati tangibili da un percorso di consulenza familiare: da cosa dipende?
Te lo spiego con le fiabe.
Come tutti i processi di problem-solving, un percorso di consulenza è una narrazione che parte dal punto più critico della vicenda: quando una persona arriva nella stanza del consulente è come se si trovasse nel momento più complicato di difficoltà in una fiaba.
Biancaneve persa e sola in un bosco di notte, Hansel che sta per essere mangiato dalla vecchia strega, Cenerentola che piange disperata per aver perso l’ultima occasione per il ballo… così spesso la persona che chiede aiuto si trova nel suo momento peggiore, legato ad una crisi evolutiva o contestuale ad eventi esterni.
Il consulente inviterà allora il cliente a riprendere la narrazione dall’inizio: raccontando l’antefatto, partendo da “C’era una volta…” permetterà al cliente di mettere ordine nelle vicende della sua vita, scorgere il filo degli eventi e il loro significato e, soprattutto, lo aiuterà a sentirsi protagonista della sua vita, capace quindi di uscire da situazioni faticose spesso generate da modelli disfunzionali di comportamento apprese un tempo e oggi non più adeguate..
Il lieto fine può essere letto come il momento in cui la persona, recuperata la padronanza delle sue risorse personali e avendo appreso nuove strategie per comprendere la realtà e modificare alcuni suoi atteggiamenti, può riprendere a camminare da sola.
Quanto dura un percorso consulenziale e da cosa dipende la concreta realizzazione del lieto fine?
La consulenza familiare è un intervento di aiuto breve alla persona.
Un percorso di consulenza familiare dura dai 10 ai 20 incontri, di solito quindicinali. Ovviamente, la durata esatta di un percorso è strettamente connessa alla storia personale del cliente e agli obiettivi che si prefigge con il consulente.
Il raggiungimento di buoni risultati dipende da molte variabili: la consulenza è una relazione umana e come tale sfrutta tutte le risorse e tutta la complessità dell’incontro relazionale, in cui è possibile scoprire cosa ci accade in un momento di difficoltà.
Nelle fiabe sempre compare un alleato, un aiutante che permette al protagonista di tirarsi fuori dai guai: in un percorso di consulenza non è il consulente ad avere la formula magica, ma sarà lo stesso cliente che con i suoi tempi scoprirà i suoi alleati interiori.
Il consulente fornirà tutti gli strumenti necessari, perché il cliente torni ad essere il protagonista della sua vita, lavorando quotidianamente su di sé: il lavoro di consulenza non si risolve nel colloquio, ma è un esperimento continuo condotto in realtà fuori della stanza, dentro la quale si fanno “prove di controincantesimi”, che poi il cliente agirà nelle sue giornate e nelle sue relazioni.
Quanto tempo ci vuole? Il cambiamento è un processo continuo, senza fine.
Stabilire un obiettivo e darsi una durata nel numero di sedute certamente può aiutare la persona a focalizzare le sue energie.
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