Ti chiedono:
Vuoi vincere insieme o da solo rischiando di perdere?
Cioè, vuoi dividere la vittoria con qualcuno bravo almeno quanto te o vuoi giocartela per restare da solo sul podio?
In politica, sul lavoro, spesso persino tra amici, tra parenti o anche tra sconosciuti, in certi casi ci hanno insegnato che prevale la legge “Mors tua vita mea”, che credo non abbia bisogno di traduzioni.
Oggi invece sembra che di nuovo dallo sport sia arrivata una lezione un po’ diversa, nuova, insolita.
Quanto abbiamo da imparare da chi oggi stiamo applaudendo perché ha portato il nostro paese sul podio, ma fino a ieri era solo uno dei tanti che ha speso la propria vita per qualcosa e ha ben appreso a reggere la fatica, l’attesa, la fiducia e lo sconforto che fanno da contorno ad ogni grande impresa.
Ha imparato a dare valore ai propri sforzi e a quelli degli altri, forse uscendo dal gioco di chi vince e chi perde.
Spendere la propria vita per qualcosa nobilita l’animo a tal punto da condividere un oro olimpico.
Chapeu a questo ragazzo, Gimbo si fa chiamare, che è passato attraverso fratture e altre cose in salita che forse lo hanno reso il vero campione che oggi ha accettato di condividere l’oro olimpico con l’atleta del Quatar Barshim.
Che io non sapevo si potesse saltare così in alto e avere un sorriso così chiaro insieme🇮🇹
Manuela Toto