La dipendenza affettiva è un argomento complesso quanto delicato: ma che che cos’è davvero? Quali sono i sintomi e come riconoscere i segnali di dipendenza affettiva nelle relazioni? Con la crescita dell’attenzione alle tematiche legate alla psicologia e alla crescita personale questo termine è arrivato a essere quasi d’uso comune, ma non sempre viene posizionato o utilizzato con il corretto contesto.
Ecco perché ho creato una guida utile per capire meglio la dipendenza affettiva: una sfumatura che, all’interno delle relazioni, coinvolge diversi aspetti. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Cos’è la dipendenza affettiva
La dipendenza affettiva è un modo disfunzionale di stare insieme all’altro in una relazione simbiotica (dal greco sun-bios “una vita sola”) in cui non c’è posto per due persone, ma per una sola.
Alla base della relazione di dipendenza affettiva c’è una fragilità da parte di entrambi i partner (che possono essere anche amici): la paura prende il posto dell’amore come spinta relazionale, cioè entrambi cercano nella relazione una rassicurazione alle loro preoccupazioni e timori.
Per vivere felici abbiamo bisogno di soddisfare due fondamentali di bisogni:
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- il bisogno di individuazione, grazie al quale compiamo azioni che ci individuano, ci permettono di manifestare la nostra soggettività e ci donano la possibilità di prenderci cura di noi stessi sperimentando la sensazione di potercela fare da soli;
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- il bisogno di appartenenza, grazie al quale viviamo la socialità, l’ascolto e l’empatia, fino alla capacità di cogliere i bisogni dell’altro e prendercene cura, di appartenere ad un sistema di valori comunitario e aderire ad un progetto condiviso;
Una relazione costruita sulla dipendenza sposta l’asse della nostra vita sul bisogno di appartenenza in modo estremo: così viviamo totalmente assorbiti dall’altro, dimenticando noi stessi, le nostre caratteristiche uniche e le nostre necessità.
Le cause della dipendenza affettiva
La dipendenza si instaura lì dove non c’è stato un corretto passaggio emotivo-affettivo dal Bambino Interno all’Adulto Interno.
Il Bambino Interno è quella parte di noi che racchiude tutte le potenzialità della nostra essenza originaria: la nostra energia, le nostre capacità e potenzialità, la capacità di giocare, di coinvolgerci e di assaporare la vita per quello che è hanno sede in questa parte di noi. Una sezione che deriva dal bambino che siamo stati. Insieme a queste componenti positive, il Bambino Interno è portatore di innumerevoli ferite, tante quanti sono gli inevitabili fallimenti affettivi avvenuti durante l’infanzia.
Il nostro mondo interno racchiude una potente saggezza e, proprio per questo, dall’adolescenza in poi, sviluppiamo una parte che chiamiamo Adulto Interno, deputata alla possibilità di pensarci autonomi, di agire in base alle informazioni raccolte nella realtà, di contenere i capricci e rassicurare le paure del Bambino Interno fino alla possibilità di entrare in relazioni con gli altri in modo reciproco, aggiustando di volta in volta la relazione secondo i tempi e i mutamenti dell’altro e nostri.
Quando viviamo la dipendenza nelle relazioni, stiamo agendo esclusivamente con il nostro Bambino Interno, disattivando totalmente l’Adulto.
Non importa quale sia la nostra età: affettivamente in quella relazione ci sentiamo e ci comportiamo con un bambino che ha paura di essere abbandonato, che non riesce a fare a meno dell’altro, che crede davvero di non poter sopravvivere senza l’altra persona (come fa un bambino con la sua mamma). Le emozioni provate sono molto intense e incontenibili e sfociano, quindi, in un comportamento di controllo dell’altro per garantirsi la sua prossimità in ogni modo.
Sintomi e comportamenti tipici
Come facciamo a capire se noi siamo effettivamente dipendenti in una relazione? In inglese la dipendenza affettiva è detta Love addiction.
Il termine addiction è lo stesso utilizzato per parlare delle dipendenze da sostanze: questo implica che la dipendenza affettiva è riconoscibile dal fatto che la persona che ne è coinvolta presenta sintomi che somigliano a quelli di chi è dipendente da una sostanza stupefacente o dall’alcool.
I sintomi di una dipendenza affettiva possono essere:
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- l’assoluto bisogno della presenza fissa dell’altro: se la persona non è disponibile a incontrarci, se non risponde per qualche ora ai messaggi o alle chiamate, si genera forte ansia;
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- comportamenti di controllo di vario tipo, dal controllo compulsivo di WhatsApp per vedere se l’altro è online, dei social in generale, fino a chiamate continue, scenate di gelosia immotivata e tendenza a pretendere di stare sempre insieme all’altro;
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- esclusività della relazione: sebbene in una prima fase dell’innamoramento sia naturale avere bisogno di stare soli, nel tempo, quando una relazione si stabilizza, è molto importante che entrambi i partner si ritaglino momenti personali e spazi di interessi sociali autonomi. Quando la relazione è caratterizzata dalla simbiosi, i due escludono altri tipi di relazione e di solito chi vive la dipendenza in modo più forte tende a interrompere amicizie anche storiche, per poter passare più tempo possibile con l’altro;
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- vissuto emotivo altalenante: le emozioni e i sentimenti all’interno della relazione sono contraddittorie, perché la vita di due adulti non permette il livello di vicinanza richiesto dalla dipendenza. Questo porta a continui saliscendi emotivi, in cui ci si accusa a vicenda, ci si sente abbandonati, si controlla l’altro e si inducono sensi di colpa, fino a ritrovarsi, per poter sperimentare con rinnovato entusiasmo e attaccamento viscerale la profonda unione all’altro che è, però, destinata a rompersi di nuovo e rapidamente, in ciclo spossante;
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- disinvestimento dal lavoro e dagli altri ambiti di vita: quando viviamo una relazione di dipendenza, questa occupa tutto il nostro spazio, esterno ed interno. Perdiamo interesse per altre sfere della vita, rischiamo di tralasciare il lavoro e di non intraprendere tutte quelle azioni che sono orientate alla nostra autorealizzazione, a cui rinunciamo per poterci occupare di stare insieme all’altro;
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- l’ostinazione a far perdurare la relazione, anche quando questa crea dolore, sofferenza e ci svuota, proprio come accade a chi è dipendente da una sostanza, ma non riesce a smettere perchè sperimenta le crisi di astinenza, che nella relazione affettiva si declinano in crisi di ansia da separazione.
È amore o dipendenza affettiva
Spesso alla base dell’ingaggio in una relazione di dipendenza affettiva non c’è solo un Adulto Interno sfornito della capacità di contenere il proprio Bambino, ma anche una concezione dell’amore romantico, che è un paradigma culturale costruito negli ultimi due secoli.
Un paradgma promosso dalla letteratura ottocentesca che ha condizionato gran parte della nostra idea di cosa sia l’amore, per cui la relazione affettiva si colora di tinte fosche e molto intense: certe storie di cui siamo testimoni e sostenitori ci mostrano come l’amore per essere tale deve essere forte, con un grande connotato di appartenenza, ma anche di dolore e sofferenza, come se un amore senza sofferenza non sia degno di essere chiamato tale.
Questa influenza culturale, che ci porta a scambiare il “grande amore” per qualcosa che deve necessariamente cambiarci la vita, si unisce alle nostre fragilità affettive e genera quel mix di emozioni a cui seguono comportamenti che producono lo stabilizzarsi di modalità dipendenti.
L’amore proviene da una persona che si sente piena: è reciprocità, fiducia, stabilità e movimento, accordo e distanza, vicinanza non controllante e dono, fa crescere perché crede nell’abbondanza.
La dipendenza proviene da una persona che si sente mancante: è controllante, produce ansia e sensi di colpa, vergogna e profonda infelicità, genera aggressività, limita la vita propria e dell’altro, genera compromessi e si basa sulla scarsità.
Come guarire dalla dipendenza affettiva
Essere dipendenti affettivamente non dipende dagli altri ma da noi stessi: questa è la prima consapevolezza da sviluppare.
Spesso chi tende a stabilire relazioni di dipendenza si lamenta di non riuscire mai a trovare la persona giusta, ma da quello che ti ho raccontato fin qui, puoi comprendere bene che il problema non è chi incontri, ma qual è il tuo modo di stare dentro la relazione.
Per uscire da questo modo disfunzionale di volere bene agli altri, è buono fare un percorso di terapia o anche di coaching personale, a seconda di quali sono i sintomi e di quanto la dipendenza affettiva inficia la tua vita quotidiana.
In generale, è consigliabile ritagliarsi spazi di cura di sé, di solito azzerati dalla relazione, coltivando le proprie amicizie, i propri interessi e stabilendo una distanza sana nelle relazioni, imparando a contenere il proprio Bambino Interno e la sua ansia da separazione.
Corso sulla dipendenza affettiva
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